Cos'è il CBDA: Tutto ciò che c'è da sapere
Se sei stato in qualche negozio di prodotti naturali negli ultimi anni, è probabile che tu conosca il CBD. Ciò che forse non sai è che il CBD in realtà non esiste nella cannabis viva. Vi si trova invece un'abbondanza di CBDA, il precursore chimico del CBD. Come il CBD, anche il CBDA ha mostrato una serie di potenziali benefici. Andiamo a vedere!
La ricerca sulla cannabis e sulla canapa ha dominato in questi ultimi decenni il dibattito sulla salute pubblica. Leggendo un articolo dopo l'altro, tutti pieni zeppi di acronimi, probabilmente avrai avuto l'impressione di conoscere tutti i cannabinoidi che esistono. Ce n'è però uno di cui si parla poco, ed è strettamente correlato con uno di quelli che apprezziamo di più. Senza ulteriori indugi, permettici di presentarti il CBDA: il precursore chimico del CBD, nonché composto di per sé potenzialmente benefico.
COS'È IL CBDA? COSA SIGNIFICA LA SIGLA CBDA?
CBDA sta per acido cannabidiolico ed è uno degli oltre 100 cannabinoidi che si possono ricavare dalle piante di cannabis e canapa.
Nel caso tu non ne sia a conoscenza, i cannabinoidi sono dei composti capaci di interagire con il sistema endocannabinoide del nostro organismo, oltre che con altri target molecolari. Queste interazioni sono di vitale importanza, dato che tale sistema è in correlazione con molte importanti funzioni fisiologiche. Questo fatto ha pertanto catalizzato virtualmente tutte le ricerche sui cannabinoidi che sono state condotte nel corso degli anni.
Per fortuna, alcune di quelle ricerche hanno messo in evidenza il CBDA in quanto dotato di potenziale terapeutico per diversi disturbi della salute. Le ricerche sono ancora allo stadio iniziale, ma il meccanismo peculiare di questo cannabinoide merita certamente di essere esplorato.
COME VIENE PRODOTTO IL CBDA?
Prima di parlare dei benefici del CBDA, dovremmo esaminare come viene prodotto. Come anche il THC e il CBD, esso deriva dal CBGA (acido cannabigerolico). In seguito, enzimi sintasi interagiscono col CBGA per produrre proporzioni variabili di THCA, CBCA e CBDA. Più particolarmente, la sintasi del CBDA interagisce col CBGA per trasformare questo composto in CBDA.
Se il CBDA può continuare ad esistere sotto questa forma, è probabile che il cannabinoide finirà per andare incontro a decarbossilazione. Il termine si riferisce al processo per il quale un “gruppo carbossilico” viene rimosso dal composto e si rilascia CO₂. Questo accade, in maniera molto semplice, quando il CBDA viene riscaldato ad una certa temperatura o esposto abbastanza a lungo alla luce del sole. Quando si verifica questa esposizione al calore o alla luce solare, il CBDA si trasforma nel suo noto discendente, il CBD.
CBD E CBDA SONO LA STESSA COSA?
Certamente presentano delle similitudini, ma le loro differenze sono essenziali per comprenderne gli effetti.
Dal punto di vista chimico, come abbiamo appena detto, del CBDA fa parte un intero gruppo carbossilico che il CBD non possiede. In altri termini, il CBDA potrebbe essere considerato “grezzo”, mentre il CBD è “attivato”. A parte questo, se pure entrambi sono cannabinoidi, essi interagiscono però col sistema endocannabinoide ed altri target molecolari in modi piuttosto differenti.
Il CBD non si lega direttamente con i recettori dei cannabinoidi e agisce invece in maniera indiretta potenziando la produzione di endocannabinoidi, fra le sue varie funzioni. Il cannabinoide ha anche mostrato di produrre effetti tramite altri recettori, fra i quali i recettori della serotonina, i PPAR e numerosi altri.
Il CBDA agisce attraverso percorsi simili e differenti, ma è in sé e per sé interessante. Come il CBD, non mostra una particolare affinità di legame con i CB1 e CB2. Tuttavia, una relazione indiretta con il SEC consente al CBDA di inibire l'enzima COX-2 (ciclossigenasi-2).
COSA FA IL CBDA?
• Infiammazione
Proprio questa è la funzione che ha condotto i ricercatori a ritenere che il CBDA abbia un potenziale in quanto antinfiammatorio. In uno studio del 2008, i ricercatori osservarono che il CBDA possiede un'evidente somiglianza strutturale con molti farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS).
Il loro fattore comune, come è poi risultato, è la loro capacità di bloccare l'enzima COX-2. Messo in comparazione col THCA nello stesso studio, si è scoperto che il THCA è più blando in quanto gli manca una porzione molecolare, quel particolare acido carbossilico del CBDA. Sono certamente necessari ulteriori test clinici, dato che la somiglianza molecolare non costituisce una prova definitiva, ma i risultati sono comunque promettenti.
• Nausea provocata da chemioterapia
Anche così, l'utilità del CBDA in contesto clinico potrebbe estendersi oltre. In particolare, coloro che soffrono di nausea dovuta a chemioterapia potrebbero disporre di un'alternativa più efficace del CBD, secondo uno studio del 2013.
In questo studio, i ricercatori hanno esaminato la relazione fra CBDA e ondansetron (OND), un farmaco antinausea utilizzato dai pazienti sotto chemio. Attraverso lo studio, hanno scoperto che CBDA e OND sono di gran lunga più efficaci di CBD e OND nel ridurre la nausea tramite l'agonismo indiretto del recettore 5-HT1A.
Diciamo però le cose chiaramente: questo studio è stato condotto sui ratti e non sugli umani. Ma se ti terrai aggiornato sugli studi futuri, potrai avere delle piacevoli sorprese.
• Ansia
Le potenzialità del CBDA sembrano estendersi all'ambito psicologico oltre che a quello fisico. In uno studio del 2018 sui comportamenti depressivi, i ricercatori hanno stabilizzato il CBDA trasformandolo in estere metilico dell'acido cannabidiolico, indicato come HU-580. Fortunatamente, questo derivato del CBDA mantiene le proprietà ansiolitiche del composto originario, ma è sufficientemente stabile da funzionare come farmaco di validità clinica.
DOVE SI PUÒ TROVARE IL CBDA?
Allo stadio attuale non si dovrebbero nutrire aspettative particolari quanto al CBDA, ma è comunque sicuro da provare e consigliamo di fare qualche esperimento. Se hai la possibilità di procurarti cannabis o canapa viva, potresti prelevare qualche cima non stagionata e aggiungerla ad un frullato o un succo per sfruttare il cannabinoide “grezzo”.
L'opzione migliore è quella di trovare dell'olio al CBD a spettro completo di alta qualità e assicurarsi che contenga CBDA. Dato che questi oli contengono tracce di tutti i composti cruciali della pianta, saranno probabilmente la fonte più abbondante di CBDA. L'etichetta normalmente non lo riporta, ma appare negli screening di laboratorio, che le marche migliori di solito forniscono.
Se non sai da dove cominciare, siamo felici di proporti una selezione di qualità di oli al CBD a spettro completo. Se vuoi una verifica, puoi consultare i nostri risultati di laboratorio e vedere con i tuoi occhi i livelli di CBDA.
Qualunque sia la tua scelta, fai le cose in modo sicuro.