Quali sono i benefici dell'olio di CBD?
Se sei interessato a sapere in che modo l'olio di CBD potrebbe essere benefico per disturbi come depressione, infiammazione e dolore, continua la lettura. Presentiamo qui le scoperte effettuate da istituti di ricerca di primo piano, per aiutarti a capire meglio quanto questo cannabinoide possa essere versatile ed effettivo.
Il CBD sta diventando sempre più popolare come integratore dai benefici multipli. E se è vero che le ricerche promettenti su questo cannabinoide sono in aumento, il suo pieno potenziale è lungi dall'essere compreso a fondo. Per aiutarti a decidere se il CBD potrebbe costituire un valido complemento al vostro stile di vita, passeremo in rassegna le ultime scoperte scientifiche per vedere cosa dicono le prove riguardo agli effetti del CBD su dolore, infiammazione ed altro ancora.
COME AGISCE L'OLIO DI CBD?
In primo luogo, è opportuno ricapitolare in che modo il CBD interagisce con l'organismo. All'interno di noi tutti si trova un sistema di regolazione chiamato sistema endocannabinoide (SEC). Questo vasto sistema di recettori monitorizza parti del cervello, del sistema immunitario e dell'apparato digerente per mantenere uno stato di equilibrio. Il ruolo primario del CBD è quello di mediare il SEC, dandogli supporto quando necessario.
Come risultato, l'influsso del CBD potrebbe estendersi all'insieme dei nostri sistemi biologici. Per farla semplice: ovunque sia presente il nostro sistema endocannabinoide, il CBD può essere utile. Questa affiliazione naturalmente ha conferito al CBD la reputazione di potenziale ausilio per numerosi disturbi della salute.
5 POTENZIALI BENEFICI DELL'OLIO DI CBD
Le prove saranno anche allo stadio preliminare, ma ciò non toglie che i risultati siano incoraggianti. Fatta questa premessa, qui di seguito trovi una sintesi degli effetti del CBD su alcuni disturbi comuni e debilitanti.
1. RIDUZIONE DEL DOLORE
Il dolore ci affligge tutti, ma per coloro che soffrono di artrite, fibromialgia e parecchie altre patologie croniche, quel dolore si fa spesso insopportabile e implacabile. Gli antidolorifici da prescrizione sono un'opzione, ma comportano una vasta gamma di possibili effetti secondari. Per fortuna, dal CBD ha potuto sorgere un approccio naturale al trattamento del dolore, grazie alle possibili interazioni con percorsi del dolore, neurotrasmettitori e terminazioni nervose.
Su Frontiers in Pharmacology è stato esaminato l'impatto dei cannabinoidi sul dolore attraverso una meta-analisi delle ricerche in corso. Con questa rassegna esaustiva, si è scoperto che esiste “una moderata quantità di prove che attestano come cannabis e cannabinoidi mostrino un'azione analgesica, specialmente nel dolore neuropatico”.
I ricercatori hanno concluso che, malgrado i risultati incoraggianti, mancano prove riguardo “l'efficacia a lungo termine e sicurezza di utilizzo a lungo termine” dei cannabinoidi.
2. INFIAMMAZIONE
Per quanto l'infiammazione sia un meccanismo essenziale di rigenerazione e recupero, il troppo stroppia, con ripercussioni significative. L'infiammazione cronica è ritenuta l'elemento precursore di decine di condizioni patologiche gravi, e dunque tenere sotto controllo la propria reazione infiammatoria è d'importanza cruciale.
In uno studio del 2011, nel centro sanitario dell'università del Mississippi, hanno analizzato gli effetti del cannabidiolo su infiammazione e stress ossidativo. È loro convinzione che il SEC ed i suoi recettori CB1 e CB2 possano svolgere un ruolo nel mitigare l'incidenza dello stress ossidativo.
Data la sua mediazione nei confronti del SEC, i ricercatori suggerivano che “il cannabidiolo possa risultare utile nel trattamento di numerose malattie e patologie umane,” aggiungendo che “fra queste si annoverano artrite reumatoide, diabete di tipo 1 e 2, morbo di Alzheimer e dolore neuropatico”.
3. ANSIA E DEPRESSIONE
Con una stima di 300 milioni di persone sofferenti di depressione, e fino al 10% della popolazione del Regno Unito che sperimenta stati d'ansia, entrambi questi disturbi hanno un impatto considerevole sulla qualità della vita. L'università di São Paulo ha scoperto che il CBD riduce “l'ansia provocata dalla simulazione di discorso in pubblico”. I risultati, ottenuti con l'impiego di uno schema casuale a doppio cieco, hanno mostrato che “il CBD riduceva in misura significativa l'ansia, le difficoltà cognitive e il disagio”.
Più tardi, nel 2016, uno studio pubblicato nel Journal of Neuropharmacology ha scoperto che il CBD influenza i recettori 5-HT. Questi recettori sono implicati in funzioni quali aggressività, ansia, socievolezza e umore. Malgrado lo studio non sia stato in grado di identificare l'esatto meccanismo d'azione, i ricercatori concludevano che “il CBD potrebbe costituire una nuovo farmaco antidepressivo ad azione rapida,” incrementando l'emissione di segnali da parte dei recettori 5-HT.
4. EPILESSIA E CRISI CONVULSIVE
L'area nella quale i ricercatori hanno compiuto i maggiori progressi è quella delle relazioni fra CBD e due particolari tipi di epilessia. Nel 2018, l'agenzia statunitense della Food & Drug Administration (FDA) ha approvato l'impiego di Epidiolex (una versione sintetica del CBD) per la sindrome di Lennox-Gastaut e quella di Dravet—due forme gravi di epilessia—nei bambini piccoli.
Data la complessità delle patologie epilettiche, occorrerà un certo tempo prima di vedere risultati definitivi in altri tipi di epilessia. Tuttavia, uno studio del 2017 dell'università di São Paulo presentava delle scoperte a sostegno degli “effetti anticonvulsivi e neuroprotettivi del CBD”.
5. DISTURBI CUTANEI
La pelle è l'organo più esteso dell'organismo e, sebbene compia un ottimo lavoro nel proteggerci, a volte ha bisogno di una mano d'aiuto. Il CBD ha dato prova della sua capacità di penetrare in profondità al di sotto della superficie cutanea, svolgendo un'azione sui recettori CB implicati in disturbi come psoriasi, eczema e acne. Uno studio del 2007 della School of Biomedical Sciences ha scoperto che il CBD potrebbe inibire la proliferazione delle cellule immunitarie implicate nella psoriasi.
Un altro studio, pubblicato nel Journal of Clinical Investigation, indicava che il CBD potrebbe rivelarsi utile anche nel trattamento dell'acne. Le scoperte mettevano in luce delle interazioni particolari fra CBD, ghiandole sebacee umane e recettori dell'adenosina. Lo studio concludeva che “il CBD possiede un potenziale in quanto promettente agente terapeutico per il trattamento dell'acne vulgaris”.
LE RICERCHE SUI BENEFICI DEL CBD VANNO AVANTI
Come potete vedere, l'interesse per le proprietà terapeutiche del CBD è al suo massimo storico. Ricercatori e scienziati di tutto il mondo sono impazienti di comprendere con precisione in che modo i cannabinoidi potrebbero esercitare un'influenza positiva sul sistema endocannabinoide e di conseguenza su tutti i sistemi biologici che questo controlla.
Resta comunque un lungo cammino da fare prima di poter fare affermazioni concrete riguardo all'olio di CBD. Quasi tutti gli studi che abbiamo segnalato poc'anzi sono stati fatti su animali o si trovano ad una fase preclinica, e molto può cambiare prima che abbiano inizio i test sugli umani. Questo non ci impedisce però di celebrare i risultati che già abbiamo, dato che queste indicazioni, per quanto embrionali, sono un segnale incoraggiante di ciò che potrebbe venire in seguito.