Che utilità può avere una pianta di cannabis maschio?
Scopri su CannaConnection come usare una pianta di marijuana di sesso maschile. Ci sono sempre buoni motivi per averne un paio nelle proprie colture!
In questo articolo esamineremo come sfruttare le qualità delle piante di Cannabis maschio senza doverle necessariamente buttare. La maggior parte dei coltivatori di Cannabis tendono a ignorare gli esemplari di sesso maschile, appartandoli o sradicandoli direttamente dalle colture.
La ragione è ovvia. I fiori delle piante maschi sviluppano il polline che potrebbe fecondare le piante femmina, riducendo le loro concentrazioni di THC e la loro produttività.
Tuttavia, i maschi possono avere anche altre interessanti utilità oltre ad impollinare i fiori femminili e, quindi, produrre semi. Prima, però, cerchiamo di comprendere perché gli esemplari maschio sono così essenziali in un processo d'ibridazione.
SFRUTTARE LE PIANTE MASCHIO PER PRODURRE SEMI E CREARE PREGIATI IBRIDI DI CANNABIS
Le piante maschio possono essere facilmente riconoscibili dopo poche settimane di crescita. Tra i loro internodi si formano piccole sfere da cui, una volta aperte, viene rilasciato il polline. In linea generale, l'unico modo per determinare facilmente la qualità di una pianta maschio è lasciarla crescere e vedere quali caratteristiche può manifestare. In questo modo i migliori esemplari possono essere conservati per impollinare i fiori delle piante di sesso femminile di maggiore interesse.
Sono necessari accurati processi di ibridazione per diffondere il miglior polline sulle piante femminili. Poiché i maschi costituiscono il 50% del patrimonio genetico della discendenza, è importante selezionare gli esemplari apparentemente più vigorosi, per trasmettere le loro qualità alle nuove generazioni.
Normalmente, le piante femmina vengono impollinate con varietà di sesso maschile minuziosamente selezionate. A questo punto, a seconda della nuova generazione ottenuta, verrà selezionato il miglior maschio da conservare e da destinare alle successive impollinazioni.
Sebbene vi siano pareri discordanti, le piante di sesso maschile vengono spesso selezionate in base alla loro potenza. In questo modo anche le generazioni successive rifletteranno tali caratteristiche. I maschi vengono normalmente scelti per il loro comportamento di crescita, la loro resistenza a muffe e parassiti, il loro vigore e la loro tendenza a manifestare l'ermafroditismo.
Le potenziali qualità che verranno tramandate alla discendenza di sesso femminile sono difficili da valutare, soprattutto in termini di potenza e vitalità. La valutazione di un fenotipo maschile segue parametri diversi da quelli normalmente ricercati per una pianta femmina. In generale, un maschio apparentemente forte e vigoroso dovrebbe essere il più propenso a trasmettere i migliori tratti alla propria discendenza.
Coltivatori e breeder adottano diversi metodi per determinare la potenza di un maschio, come comprovare il suo profilo aromatico pizzicando i fiori e le foglie. Sebbene questa tecnica non sia scientificamente provata, è accettata come un valido test di valutazione.
GRAZIE AI MASCHI LE FEMMINE POSSONO EVOLVERE GENETICAMENTE
Le piante di Cannabis sono interessanti dal punto di vista genetico per la loro natura dioica, ovvero alcuni esemplari sviluppano gli organi riproduttivi maschili mentre altri quelli femminili. In questo modo due varietà dalle qualità diverse possono mettere insieme i loro geni per creare nuovi ibridi con le migliori caratteristiche dei genitori.
Ciò consente ad ogni pianta di Cannabis di mantenere un patrimonio genetico unico, a sé stante, tramandato da due varietà con genetiche diverse. Le piante ermafrodite o monoiche, invece, si riproducono tramandando alla discendenza lo stesso DNA del genitore autoimpollinato. In quest'ultimo caso viene a mancare la variazione genetica, dando vita ad una nuova generazione più debole e vulnerabile.
L'autoimpollinazione avviene nelle piante di Cannabis sia femminili che maschili in condizioni di forte stress o quando sono forzate a diventare ermafrodite o monoiche. Quest'arma di sopravvivenza consente alla marijuana di sopravvivere anche nelle condizioni più avverse.
Tuttavia, in linea generale, la Cannabis è una specie vegetale dioica, purché si presentino le condizioni favorevoli per la sua crescita. Ciò significa che le piante di sesso maschile sono fondamentali per la sopravvivenza e la vitalità genetica della Cannabis. Per questo non bisogna sottovalutare la loro importanza.
LA FUNZIONE DEI MASCHI NELLA CONSOCIAZIONE DI PIANTE
La Cannabis può essere una straordinaria alleata nella consociazione di piante. Oltre ad inibire la crescita delle specie vegetali indesiderate, ha anche la capacità di contrastare efficacemente insetti e parassiti, come il bruco del cotone, il verme del cavolo, il coleottero Leptinotarsa decemlineata, il fungo della patata e le larve di alcune famiglie di antomidi e scarafaggi. Inoltre, respinge efficacemente anche alcuni nematodi, come la Globodera, il Meloidogyne e l’Heterodera glycines della soya.
Queste qualità repellenti derivano dalle proprietà antibatteriche ed antimicrobiche dei suoi fiori, ampiamente usati in passato per produrre pesticidi ed insetticidi.
I responsabili di tali proprietà sono i terpeni contenuti in alte concentrazioni all’interno dei suoi fiori. Alcuni coltivatori inseriscono nei propri orti esemplari di Cannabis maschio per respingere gli eventuali parassiti e insetti. Nei Paesi dove la coltivazione di marijuana è legale, le piante femmina vengono spesso affiancate da maschi, strategicamente posizionati a distanze di sicurezza per controllare la diffusione del loro polline.
In questo modo, le piante femmina sono ancora sufficientemente isolate da produrre cime di qualità, producendo però una piccola quantità di semi da usare nella successiva stagione colturale. Questo sistema può essere ottimizzato isolando le piante maschio all’interno di piccole serre o armadi, in modo da poter controllare ancora meglio la diffusione del loro polline.
LE PIANTE MASCHIO CONTENGONO CANNABINOIDI
Sebbene molte persone sostengano il contrario, diversi studi hanno rivelato che nelle piante maschio sono presenti alte concentrazioni di cannabinoidi.
Esattamente come le piante di sesso femminile, i maschi sviluppano ghiandole di resina, in particolar modo all'interno delle foglie superiori, delle antere e delle sepali. Secondo uno studio condotto su alcune varietà autoctone tailandesi, le piante maschio possono avere un rapporto THC:CBD di 1:9. Per quanto dibattuto dalle comunità di coltivatori di Cannabis, le piante maschio conterrebbero maggiori concentrazioni di THC nelle foglie e significativamente inferiori nei fiori.
USARE LE PIANTE MASCHIO PER FARE HASHISH E CONCENTRATI
Coltivatori e breeder hanno la tendenza a sbizzarrirsi con i loro raccolti. Secondo alcune testimonianze, la materia vegetale dei maschi può essere usata per produrre hashish, oli e alimenti a base di Cannabis, come il burro di marijuana. Tuttavia, i possibili effetti psicoattivi di questi derivati sollevano ancora accesi dibattiti.
Infatti, le piante maschio tendono ad avere un contenuto di resina piuttosto basso. Tuttavia, grazie ai processi d’estrazione con solventi, come butano ed esano, e all'utilizzo di un gran numero di piante, si possono ottenere buoni concentrati anche con gli esemplari maschio.
Inoltre, va detto che anche il più comune hashish può contenere resina o residui vegetali di piante maschio. Infatti, non sempre è possibile selezionare ed estirpare gli esemplari di sesso maschile all’interno di una grande piantagione di marijuana destinata alla produzione di hashish. Ciò accade soprattutto nei più importanti Paesi produttori di hashish, come Marocco e Libano, dove le piantagioni occupano estese superfici di terreno.
USARE LE PIANTE MASCHIO PER FARE GENUINI SUCCHI VEGETALI
Le piante maschio contengono gli stessi cannabinoidi in forma acida presenti nelle piante femmina, ma in quantità e concentrazioni inferiori. Si possono realizzare deliziose bevande seguendo le stesse ricette usate per le piante femmina, l’importante è scartare i rami più spessi e le foglie più grandi, in quanto particolarmente ricchi di clorofilla.
In questo modo dovreste ottenere succhi molto più gradevoli e meno amari. Una sana e benefica bevanda priva di effetti psicoattivi.
USARE LE FIBRE DELLE PIANTE DI SESSO MASCHILE
I coltivatori di canapa sono soliti separare le piante di sesso maschile da quelle di sesso femminile per sottoporle a due diversi processi di tessitura. Questo è dovuto al fatto che la fibra vegetale delle piante maschio tende ad essere più resistente e flessibile, mentre quella delle piante femmina è più forte. Le fibre di canapa maschile, infatti, tendono ad essere più tenere e morbide da lavorare.
Tradizionalmente, le piante maschio vengono usate per tessere stoffe più sottili, come asciugamani e biancheria intima, mentre le piante femmina sono destinate principalmente alla produzione di tessuti più ruvidi e grezzi. Dalle piante maschio si ottiene una maggiore quantità di fibra.
Secondo alcuni testi dell’antica Cina, la Cannabis di sesso maschile veniva usata per produrre la migliore fibra del mercato, fin dal XVI secolo a.C.. Questa teoria è stata confermata da uno studio ungherese condotto negli anni ’90, dal quale è emerso che la qualità delle fibre è significativamente diversa a seconda del sesso.
NON BUTTATE I VOSTRI MASCHI!
In conclusione, le piante di Cannabis maschio possono essere riciclate in diversi modi e non solo per la riproduzione. Che le usiate come piante ornamentali di un giardino o per realizzare prodotti benefici per la vostra salute, i maschi offrono le stesse qualità e fibre di una canapa di prima categoria.
C’è sempre più di un motivo per lasciar crescere in un giardino una pianta di marijuana di sesso maschile.