Cosa Sono le Varietà di Cannabis Autofiorenti?
La cannabis autofiorente, un tempo poco apprezzata, oggi riesce a competere con alcune delle migliori genetiche fotoperiodiche. In questo articolo scopriremo da dove nasce, i suoi pro e contro e come coltivarla. Che tu sia un coltivatore principiante o esperto, la cannabis autofiorente può offrirti diversi vantaggi.
Indice:
Fino a qualche tempo fa, coltivare cannabis significava esporre le piante ad un rigido ciclo di illuminazione indoor, in modo che gli esemplari potessero superare con successo ogni fase della crescita. Chi coltivava outdoor, invece, doveva assecondare i cambi di stagione per ottenere un raccolto soddisfacente. E, sebbene le varietà fotoperiodiche offrano ottimi rendimenti, spesso richiedono anche parecchio tempo e dedizione da parte del coltivatore.
Per fortuna, alcuni breeder ingegnosi hanno creato genetiche di cannabis autofiorenti, decisamente più facili da coltivare e meno impegnative. Ma come sono fatte le piante di cannabis autofiorenti? Vale la pena coltivarle? Cercheremo di rispondere a questa ed altre domande esaminando in modo approfondito la marijuana autofiorente dell'era moderna.
Cos'è la cannabis autofiorente?
Le varietà di cannabis autofiorenti sono quelle che fioriscono automaticamente. Che cosa significa questo? Ebbene, la cannabis fotoperiodica, che fino a poco tempo fa era l'unica tipologia disponibile per i coltivatori, inizia a produrre fiori in base al ciclo di illuminazione, o fotoperiodo, a cui viene esposta. Per stimolare gli esemplari a produrre cime, i coltivatori indoor modificano il ciclo di illuminazione, passando da 18 ore di luce e 6 ore di buio a 12 ore di luce e 12 di oscurità. Negli spazi outdoor, le piante fotoperiodiche fioriscono spontaneamente quando le ore di luce iniziano a diminuire, ovvero a fine estate/inizio autunno.
Gli esemplari autofiorenti, invece, sono geneticamente programmati per fiorire dopo un determinato periodo di tempo, indipendentemente dal ciclo di illuminazione ricevuto. Di conseguenza, risultano molto più facili da coltivare rispetto alle piante fotoperiodiche, anche se presentano comunque qualche svantaggio.
Che differenza c'è tra cannabis autofiorente e fotoperiodica?
A parte la risposta alle variazioni di illuminazione, le varietà di cannabis autofiorenti e fotoperiodiche esibiscono alcune notevoli differenze. Fondamentalmente, le piante fotoperiodiche tendono ad essere meno resistenti, ed impiegano più tempo per completare il ciclo di crescita, ma di solito offrono rese più abbondanti. Le autofiorenti, invece, sono robuste e giungono a maturazione in tempi brevi, ma il loro rendimento è inferiore.
Esaminiamo ora più approfonditamente entrambe le tipologie.
Cannabis fotoperiodica
Vantaggi delle piante fotoperiodiche:
- Rendimenti superiori, soprattutto outdoor
- Livello di THC potenzialmente più elevato
- Maggiore controllo sulla fase vegetativa
- Possono essere sottoposte a tecniche di training ad alto stress per contenerne le dimensioni ed aumentare i rendimenti, poiché la fase vegetativa è sufficientemente lunga da consentire la completa guarigione dell'esemplare
Svantaggi delle piante fotoperiodiche:
- Ciclo di vita lungo
- Richiedono specifici cicli di illuminazione durante le varie fasi di crescita
- La presenza di luce durante i periodi di oscurità può danneggiare le piante
- Richiedono maggiori quantità di fertilizzante e maggiore manutenzione
Cannabis autofiorente
Vantaggi della cannabis autofiorente:
- Ciclo di vita rapido
- Vigorose e resilienti
- Tollerano qualsiasi programma di illuminazione
- Permettono di ottenere molteplici raccolti in un'unica stagione outdoor
Svantaggi delle piante autofiorenti:
- Di solito offrono rese inferiori, soprattutto outdoor
- Sono meno potenti (non sempre)
- La breve fase vegetativa limita le possibilità della pianta di guarire da lesioni o training
- Non tollerano le tecniche di training ad alto stress
Varietà autofiorenti moderne: Colmare il divario
Con il passare del tempo, le genetiche autofiorenti sono diventate sempre più competitive nei confronti delle varietà fotoperiodiche, sia in termini di rendimento che di potenza. Ad esempio, sebbene in media la cannabis fotoperiodica sia più potente di quella autofiorente, molti esemplari autofiorenti sviluppano livelli di THC superiori al 25%, superando di gran lunga numerose piante fotoperiodiche. Inoltre, sebbene il ciclo di vita limitato e la statura compatta impediscano alle autofiorenti di fornire rendimenti stratosferici, la produzione di cime per metro quadro e per pianta è aumentata notevolmente.
Tutti questi importanti progressi sono stati raggiunti solo grazie all'impegno dei breeder più innovativi, che hanno scoperto come preservare i migliori tratti dei ceppi indica e sativa, aggiungendo al mix i geni autofiorenti. Ma come è stato possibile ottenere questo risultato?
Come nascono i semi di cannabis autofiorente?
Le piante di cannabis autofiorente sono originarie della Siberia e delle regioni limitrofe, dove crescono sotto forma di Cannabis ruderalis. A queste latitudini estreme, le piante vivono estati molto brevi, ma ricevono un'illuminazione quasi costante. In questo lasso di tempo, gli esemplari devono crescere e fiorire prima che arrivi l'inverno, ma, dal momento che la luce è sempre presente, non hanno bisogno di seguire le variazioni di illuminazione per passare dalla fase vegetativa alla fioritura.
Pertanto, i ceppi ruderalis hanno sviluppato una sorta di orologio biologico che avvia la transizione dalla fase vegetativa a quella di fioritura dopo uno specifico periodo di tempo (circa 3–4 settimane), indipendentemente dall'esposizione alla luce.
In natura, le varietà ruderalis contengono minime tracce di THC e producono pochissime cime. Di conseguenza, per ottenere semi autofiorenti ad uso commerciale, occorre incrociare i ceppi ruderalis con varietà fotoperiodiche. Ma la procedura non finisce qui. Le genetiche autofiorenti sono recessive, il che significa che non compariranno nella prima generazione. Quindi, le varietà autofiorenti sono frutto di parecchi reincroci per stabilizzare questo tratto.
Proprio per questo motivo, è trascorso del tempo prima che le autofiorenti arrivassero a competere con le varietà fotoperiodiche. È stato necessario incrociare le piante per diverse generazioni, in modo da stabilizzarle ed introdurre progressivamente nuovi tratti da ibridi fotoperiodici indica e sativa.
Alcune famose varietà di cannabis autofiorente
Oggi, in commercio è possibile trovare qualsiasi varietà in formato autofiorente. Un tempo la scelta era molto limitata, ma ora sono disponibili tantissime genetiche, dalle celebri Haze ai potenti esemplari Gorilla Glue. Di seguito elenchiamo tre varietà che vale sicuramente la pena assaggiare.
Lowryder
Si ritiene che Lowryder sia stata la prima varietà di cannabis autofiorente immessa in commercio. Forse non può competere con le genetiche moderne in termini di potenza o rendimento, ma è un vero e proprio pilastro della storia della cannabis e va assolutamente provata almeno una volta. Grazie ad una fioritura di appena 8 settimane ed al 10% di THC, questa varietà è ideale per coltivatori e fumatori principianti.
Northern Lights Autoflowering
Northern Lights Autoflowering trasporta una delle più celebri varietà fotoperiodiche nel regno delle autofiorenti. Il suo patrimonio genetico, composto quasi interamente da geni indica, produce sballi incredibilmente rilassanti e, secondo alcuni, quasi psichedelici. Il ciclo di crescita rapido, unito a questi effetti estremamente piacevoli, rendono Northern Lights Autoflowering una delle migliori varietà in circolazione.
White Widow Autoflowering
Ecco un'altra varietà leggendaria, trasformata in autofiorente. White Widow è una delle genetiche più celebri al mondo e White Widow Autoflowering ne racchiude tutte le virtù in un formato compatto, robusto e a crescita rapida. Dopo aver sperimentato i suoi effetti creativi e stimolanti a livello mentale, capirai perché questa pianta è tanto apprezzata dai fan della cannabis.
Come coltivare cannabis autofiorente
In linea di massima, le varietà autofiorenti sono più facili da coltivare rispetto a quelle fotoperiodiche. Detto questo, per ottenere risultati ottimali bisogna tenere in considerazione alcuni aspetti importanti. Nel complesso, le genetiche di cannabis autofiorenti rappresentano un ottimo punto di partenza, soprattutto per i principianti.
Indoor e outdoor
All'apparenza, le piante autofiorenti sembrano perfette per gli ambienti indoor. Essendo piuttosto compatte, è possibile collocare diversi esemplari in un'unica grow room e sotto un'unica lampada, ottenendo rese eccellenti per metro quadro. Le varietà fotoperiodiche coltivate indoor devono invece essere sottoposte a training, per contenerne le dimensioni.
Negli spazi outdoor, le autofiorenti presentano vantaggi e svantaggi. Dal momento che sono in grado di completare rapidamente il ciclo di crescita e fioriscono indipendentemente dalla luce ricevuta, permettono di ottenere due o tre raccolti in una sola stagione di coltivazione. Tuttavia, le autofiorenti hanno dimensioni limitate, mentre le piante fotoperiodiche possono raggiungere altezze notevoli e fornire raccolti 10 volte superiori rispetto alle autofiorenti.
Ad ogni modo, le varietà autofiorenti possono adattarsi perfettamente sia agli spazi indoor che a quelli outdoor, purché vengano mantenute in condizioni ambientali ottimali. Inoltre, a differenza delle piante fotoperiodiche, con le autofiorenti non sarà necessario modificare i cicli di illuminazione.
Terreno ed idroponica
Le piante autofiorenti possono essere coltivate sia su terreno che con sistemi idroponici.
Come tutte le piante di cannabis, le autofiorenti crescono nel terreno senza alcuna difficoltà. Tuttavia, è preferibile far germogliare i semi autofiorenti direttamente nel vaso definitivo, poiché, dopo un trapianto, le piante potrebbero avere seri problemi a riprendersi dagli eventuali danni alle radici. Inoltre, lo stress provocato dal trapianto sarebbe insostenibile per la breve fase vegetativa delle piante autofiorenti.
Le varietà autofiorenti coltivate in idroponica richiedono qualche attenzione in più. Le autofiorenti riescono a sopravvivere con minime quantità di acqua e nutrimento, e risultano quindi facili da coltivare nel terreno. Tuttavia, con i sistemi idroponici possono emergere dei problemi. Infatti, le autofiorenti non tollerano l'eccessiva somministrazione di sostanze nutritive e negli impianti idroponici il rischio di sovraconcimazione è maggiore, poiché il nutrimento raggiunge direttamente le radici, senza alcun passaggio intermedio. Detto questo, le autofiorenti possono essere coltivate con successo anche in idroponica, ma ovviamente sarà necessario regolare con precisione la somministrazione dei nutrienti.
Temperatura ed umidità
Grazie ai vigorosi geni della Cannabis ruderalis, le autofiorenti riescono a tollerare le variazioni di temperatura ed umidità, ma solo entro determinati limiti.
Chiaramente, le autofiorenti coltivate in condizioni ideali possono fornire risultati migliori, ma qualche parametro ambientale inesatto non avrà alcun impatto negativo. Questa è un'altra ragione per cui le autofiorenti sono ideali per i principianti: si adattano perfettamente anche ad ambienti non ottimali.
Sostanze nutritive
Come accennato in precedenza, le piante autofiorenti hanno bisogno di piccole quantità di fertilizzante. Di solito, è sufficiente una dose pari alla metà, o persino un quarto, di quella somministrata alle fotoperiodiche. Quando si somministra il concime per la prima volta, è preferibile iniziare con un quarto della dose raccomandata e valutare la reazione della pianta. Somministrare ulteriore nutrimento è facile, ma ridurlo è ben più difficile. Procedete con moderazione!
Training
I coltivatori principianti dovrebbero astenersi dal sottoporre a training le varietà autofiorenti.
La breve fase vegetativa impedirebbe a queste piante di riprendersi completamente dallo stress, quindi il training potrebbe rallentarne la crescita, anziché incoraggiarla. Se vuoi comunque sperimentare il training, adotta tecniche poco stressanti, come SOG e ScrOG. La cimatura ed altri metodi invasivi potrebbero rivelarsi più dannosi che vantaggiosi.
Cannabis autofiorente: Domande frequenti
Di seguito elenchiamo le risposte ad alcune domande frequenti relative alla cannabis autofiorente.
D: La cannabis autofiorente può essere clonata?
R: Non proprio. Un clone avrà la stessa età della pianta madre e, quindi, una fase vegetativa molto limitata.
D: È possibile coltivare cannabis autofiorente e fotoperiodica nella stessa grow room?
R: Sì, ma potrebbero emergere problemi legati all'illuminazione. Le piante fotoperiodiche in fase di fioritura necessitano di un ciclo di illuminazione composto da 12 ore di luce e 12 ore di buio, mentre per le autofiorenti sono sufficienti 18 ore di luce e 6 ore di oscurità. È possibile mantenere le fotoperiodiche in fase vegetativa mentre le autofiorenti avviano la fioritura e, al momento di raccogliere queste ultime, esporre le fotoperiodiche a 12 ore di luce e 12 ore di buio.
D: Quanto impiegano le autofiorenti a completare il loro ciclo di crescita? (dall'inizio alla fine)
R: Nelle autofiorenti, i cicli di crescita più brevi terminano nel giro di 7 settimane, mentre i più lunghi arrivano a 14 settimane. Il ciclo di vita medio è di circa 8–10 settimane. A volte, un ciclo di vita più lungo comporta una maggiore produttività, ma non sempre.
D: Che dimensioni raggiungono le autofiorenti?
R: Nonostante siano più compatte rispetto alle fotoperiodiche, le piante autofiorenti diventano ogni anno più grandi. Ed esemplari più grandi offrono rese superiori. Di solito, le autofiorenti non superano il metro di altezza, ma alcune riescono a raggiungere i 2 metri. Prima di acquistare dei semi di cannabis, controlla sempre le informazioni relative alla varietà.
D: È possibile potare o sottoporre a training una pianta autofiorente?
R: È preferibile evitarlo, poiché di solito queste piante non hanno il tempo di riprendersi completamente. I coltivatori principianti ed intermedi possono sperimentare tecniche meno stressanti, come SOG e ScrOG.
Conviene coltivare cannabis autofiorente?
Sicuramente sì. Le varietà autofiorenti sono perfette per iniziare ad esplorare il mondo della coltivazione della cannabis. E rappresentano anche un modo per ottenere facilmente delle cime, senza troppi sforzi.
Le moderne varietà autofiorenti riescono a produrre cime pregiate in abbondanza, pertanto non è necessario sacrificare qualità o quantità in cambio di una maggiore praticità. Scopri le nostre 10 migliori varietà autofiorenti e le 10 varietà autofiorenti più produttive da inserire nel tuo giardino.
Se vuoi esplorare il mondo della coltivazione della cannabis e desideri ottenere risultati soddisfacenti in tempi brevi, le varietà autofiorenti potrebbero essere la soluzione ideale per te.